Cipriano Efisio Oppo

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Cipriano Efisio Oppo (Roma 1891 - 1962) è stato un pittore del XIX secolo. Studia all'Istituto romano di Belle Arti e lavora per qualche tempo come restauratore. Inizia come caricaturista e poi come critico d'arte presso "L'Idea Nazionale". Esordisce come pittore intorno al 1910 ed è presente alle mostre della Secessione romana. Dopo la prima guerra mondiale si rivela un infaticabile organizzatore di cultura, divenendo negli anni del fascismo il massimo rappresentante presso il potere politico della cultura artistica nazionale. Deputato al Parlamento, accademico d'Italia, membro del Consiglio nazionale di belle arti, organizzatore delle mostre Sindacali, delle Biennali romanee veneziane, svolge un ruolo importante come segretario generale della Quadriennale. È inoltre un valido scenografo, richiesto ovunque in Italia; a metà degli anni Trenta sono già più di cinquanta le scene eseguite, fra cui ricordiamo quelle per il Don Carlos di Verdi e Il pirata di Bellini all'Opera di Roma (1935). Molto intensa anche l'attività di pubblicista, volta a supportare le proprie proposte nel campo della legislazione e della politica del regime in campo artistico. Assai richiesti i suoi disegni, destinati alla pubblicazione su giornali e riviste. A causa di queste svariate e impegnative attività la sua autentica vocazione di artista non può che manifestarsi saltuariamente. Come pittore non abusa mai della sua privilegiata posizione politica e di potere. Espone alla I Mostra milanese del Novecento italiano, è presente alle Biennali romane e alla I Sindacale del Lazio; ma dopo essere divenuto segretario generale del Sindacato nazionale fascista delle arti, non espone più a queste manifestazioni, partecipando per la prima volta alla Quadriennale nel '48. Partecipa invece a mostre organizzate da altri, come la Biennale di Venezia, e a numerose rassegne di arte italiana all'estero, come "Exhibition of Contemporary Italian Painting" al Baltimore Museum e al Syracuse Museum of Fine Arts (1931-'32), "L'art italien des XIX et XX siècles" al Jeu de Paume di Parigi (1935), e alla World's Fair" di New York (1939). Dagli esordi fin verso il '33 la sua opera è caratterizzata da un vivace, pastoso cromatismo, che ha in Spadini il riferimento essenziale. Dopo quella data imprime al proprio lavoro un deciso mutamento, costruendo l'opera attraverso un disegno nitido, un colore trattenuto nei contorni e bagnato da una luce fredda e lunare. Tema costante è il mondo degli affetti familiari, calato nella fredda magia che scaturisce dal contrasto fra "occasione ingenua" e l'accurata preziosità della pittura. Non sono estranei, in questa fase, influssi di Socrate e Donghi, ma un ruolo importante ha certamente la vasta conoscenza dell'arrte, non solo italiana, che Oppo acquisisce direttamente in veste di organizzatore, anche attraverso numerosi viaggi all'estero. Occorre inoltre ricordare che è pittore tutt'altro che istintivo, sempre sorretto da una forte attitudine critica, che lo induce a comporre le sue opere quasi come un teorema pıttorico.

FONTE: ROMA ANNI VENTI

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